Partire o non partire: dubbi delle mamme




Quando sento dire " la mia amica mi ha paccata, dite posso partire per un viaggio  tutta sola nel temibilisso Giappone, o sarebbe meglio evitare? " io muoio.
Ed eccolo qui, puntuale come la ricrescita dei peli sulle gambe quando vorresti andare un'ora in piscina, scaturisce inesorabile il mio ' ...ma vaffanculo!'

Quindi tu, o donna che libera da figli che mangiano solo pasta al burro cotta nell'acqua del rubinetto di casa sua sennò "fa niente, non la voglio ",
mariti che pur di non perdere un giorno di lavoro andrebbero in ufficio con tumefazioni della peste nera coperti dal correttore della Kiko, 
e nonne che ti rinfacceranno tutte le malattie esantematiche del tuo pargolo per i prossimi 20 anni, con dei lapidari "questa è a causa del colpo d'aria preso in Madagascar nel 2009"... 
dicevo, tu donna libera da tutte queste gabelle, 
tu donna che non devi temere le febbri/vomitate/cagotti/pustole/cadute con conseguenti gessi che ti impedirebbero di poggiare le terga sull' agoniato sedile in economy class... 


Tu che hai il coraggio di chiedere ad altre donne "parto? Mmmmhhh ...non so, sono dubbiosa" 
sappi che tra qualche anno potresti essere col naso appiccicato al vetro (sporco) di una finestra, circondata da nanetti malati che, con adorabili manine mocciolose, ti strapperanno (letteralmente) da quel tuo disperato  tentativo di fuga mentale seguendo una scia di aereo.
Lo stesso che tu oggi non sei convinta di prendere.

Meditate donne, meditate.
Perchè il prossimo trolley potreste non trascinarlo voi...

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